La non cacciabilità della Tortora selvatica

di AVV. TOMMASO ROSSI

Molte Regioni, nei propri Calendari Venatori, continuano ad ostinarsi a consentire la caccia alla Tortora Selvatica. E i Tribunali Amministrativi, laddove chiamati ad intervenire dalle Associazioni Ambientaliste, quasi sempre bocciano l’operato delle Regioni e bloccano la caccia a tele specie.

Riguardo alle specie cacciabili, ma in declino, l’articolo 7 della Direttiva 2009/147/CE stabilisce come le specie di uccelli indicate all’allegato II possano essere cacciate, purché ciò non pregiudichi la conservazione di queste specie. A questo scopo la “Guida alla disciplina della caccia nell’ambito della Direttiva 79/409/CEE sulla conservazione degli uccelli selvatici” della Commissione Europea indica come nel caso di una specie in declino la caccia non può essere per definizione sostenibile, a meno che non faccia parte di un adeguato piano di gestione.

Il Ministero della Transizione ecologica, con nota n. 29730 del 22/3/2021 trasmessa alle Regioni ha chiesto alle Regioni la moratoria dell’attività venatoria per tale specie.Nell’ambito del caso Eu-Pilot 6955/14/ENVI, ricorda il Ministero, la Commissione europea ha richiesto all’Italia chiarimenti sulla non corretta applicazione di alcune disposizioni della Direttiva 2009/147/CE e riguardo all’attività venatoria praticata in Italia su diciannove specie di uccelli in cattivo stato di conservazione, tra le quali la Tortora selvatica (Streptopelia turtur), specie che ha subito un rapido declino in gran parte del suo areale europeo.

Già nell’ottobre 2017 il Commissario Europeo ha chiesto agli Stati membri un intervento volontario di moratoria del prelievo venatorio della Tortora selvatica.

A seguito di tale intervento della Commissione, il Ministero ha avviato l’iter per l’adozione del Piano di gestione nazionale per la tortora selvatica. Con il supporto di ISPRA, è stato redatto il ‘Piano di gestione della Tortora selvatica’, ma a tutt’oggi esso non è ancora stato approvato in quanto non si è raggiunto l’accordo ai sensi dell’art. 4 del Decreto legislativo 28/8/1997 n. 281 in sede di conferenza Stato-Regioni.

In data 22 gennaio 2021 è pervenuta al MITE un’ulteriore nota della Commissione Europea nella quale si richiedono, tra l’altro, informazioni sulle determinazioni adottate dall’Italia sulla caccia alla Tortora selvatica, in applicazione della Direttiva 2009/147/CE e si sollecita l’urgente sospensione della caccia alle specie considerate vulnerabili nella IUCN global Red List, e tra queste in particolare la Tortora selvatica, in applicazione del principio di precauzione.

Conclude il Ministero: “Stante la situazione descritta e in assenza di un adeguato piano di gestione delle Tortora selvatica appare ineludibile una moratoria dell’attività venatoria sulla specie. Tale opzione appare in linea con le previsioni della Direttiva 2009/147/CE, peraltro si ricorda che sulla materia rimane ancora aperta nei confronti dell’Italia la procedura Eu-Pilot 6955/14/ENVI”.

Successivamente il MITE, con nota a firma del direttore generale del 13/4/2021 , specificava che “questa Direzione generale è a conoscenza della elaborazione da parte della Commissione Europea di un Piano di azione per la Tortora selvatica che prevede un Adaptative Harvest Management Mechanism, partecipando ai workshop dedicati alle due rotte migratorie considerate per questa specie (flyway orientale ed occidentale). Le prime indicazioni scaturite dal workshop relativo alla rotta migratoria occidentale sembrano indicare che verrà proposta quota 0, mentre si rimane in attesa di conoscere quali siano le indicazioni circa i possibili prelievi venatori relativi alla flyway orientale, certamente più significativa per l’Italia. Per quanto riguarda il Piano di gestione nazionale ripetutamente richiesto dalla Commissione Europea all’Italia in quanto inclusa tra i paesi che praticano la caccia alla tortora selvatica, questa Direzione Generale ha attivato ogni migliore iniziativa per la stesura di un piano di gestione della specie, che fa esplicito riferimento a eventuali adeguamenti nel caso di approvazione di un piano europeo. Nell’ambito dell’esame da parte della Conferenza Permanente Stato Regioni non è stato raggiunto il necessario consenso; in assenza di tale consenso il Piano non si intende operativo e non possono ritenersi soddisfatti i criteri dettati dalla Direttiva Uccelli che indicano che per le specie in sfavorevole stato di conservazione la necessità di un piano di gestione. Nell’imminenza della predisposizione dei calendari venatori per la stagione 2021-2022 si è quindi ritenuto opportuno richiamare le Amministrazioni Regionali e delle Province Autonome alla necessità di escludere la tortora selvatica da detti calendari. Qualora l’Adaptative Harvest management Plan dovesse essere approvato con la assegnazione di quote nazionali, ogni sua applicazione sarà condizionata alla preventiva attivazione di un efficace meccanismo di rendicontazione degli abbattimenti, anche considerate le attuali carenze nella lettura dei tesserini venatori”.

Alla predetta lettera ha fatto seguito la successiva nota 69017 del 25/6/21  , sempre a firma del Direttore Generale per il Patrimonio Naturalistico del MITE, in cui si afferma testualmente: “Come già indicato con la nota n. 29730 del 22 marzo, si conferma che in assenza di un piano di gestione ufficialmente adottato e adeguatamente attuato, la caccia della tortora selvatica, così come l’autorizzazione di eventuali giornate di preapertura, non risulta conforme al diritto comunitario, peraltro in presenza di uno specifico caso EU-Pilot già aperto da molti anni nei confronti dell’Italia”, ipotizzando al contempo, ma solo per il futuro, soluzioni di riduzione del carniere al 50% per la flyway orientale ma sempre e solo al verificarsi della precondizione della presenza di un vigente piano nazionale di gestione.

Se non bastasse: il 29 Ottobre 2015 l’IUCN ha ufficializzato l’aggravarsi del suo stato di minaccia, spostandola nella categoria Vulnerabili. Dal 1980 la popolazione mondiale è crollata del 78% (Marx: Using stable isotopes to assess population connectivity in the declining European Turtle Dove (Streptopelia turtur). In Europa si calcola un calo del 30-49% in 15,9 anni (Management Plan for Turtle dove). Secondo il Management Plan 2018-2020 dell’Unione Europea, i livelli di caccia insostenibili sono uno dei fattori principali del decremento numerico della specie.

La Commissione Europea prospetta per il futuro l’adozione di un piano che preveda un meccanismo adattativo (“Adaptive harvest managamente of the Turtle dove -Streptopelia turtur”), che per la flyway orientale (in cui rientra l’Italia) possa comportare non il divieto assoluto ma solo una riduzione al 50% della cacciabilità alla tortora selvatica. Ma ciò unicamente al verificarsi di queste condizioni:

a) l’adozione a livello europea del citato meccanismo adattivo con assegnazione ai vari Stati delle quote di cacciabilità della specie;

b) presenza a livello nazionale di un piano di gestione della tortora

c) in ogni caso, dopo il verificarsi delle prime due condizioni, ogni sua applicazione sarà condizionata alla preventiva attivazione di un efficace meccanismo di rendicontazione degli abbattimenti a livello nazionale.

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