di AVV.TOMMASO ROSSI
L’Unione Europea dichiara guerra alle fake news e ai contenuti diffusi ad arte di disinformazione basata su algoritmi. Una battaglia giocata con le armi della trasparenza, nessuna censura ma al tempo stesso una vera e propria stretta contro le fake news che la Commissione Europea sta preparando, chiamando alle armi gli Stati membri e gli operatori del settore al fine di costruire tutti insieme una rete internet piĆ¹ affidabile anche sotto il profilo dell’informazione e di tutte quelle attivitĆ che vanno a influenzare e condizionare il comportamento e le scelte degli utenti.
Viene dunque redatta la comunicazione “Tackling online disinformation: a European approach” (CLICCA PER LEGGERLA), documento non vincolante e privo di forza di legge, ma che detta una serie di principi, di regole e di obiettivi per Stati e aziende del settore.
Entro giugno si concede tempo alle piattaforme internet di dotarsi di regole di trasparenza e condizioni di utilizzo dei servizi chiari. A ottobre si farĆ una valutazione dei risultati ottenuti: se i risultati in termini di trasparenza dell’informazione e dei servizi internet saranno tangibili bene, altrimenti verranno adottate ulteriori misure con relative sanzioni.
Anzitutto la trasparenza dovrĆ riguardare gli algoritmi, quei processi informatici che consentono di “entrare” dentro gusti e abitudini degli utenti, capendo quali sono i suoi interessi e indirizzando piĆ¹ o meno consapevolmente le sue scelte e allo stesso tempo aumentando in modo esponenziale la condivisione di contenuti personalizzati tra utenti con profilo affine, favorendo in questo modo una disinformazione che si auto-alimenta.
Per “disinformazione” si deve intendere, secondo la Commissione Europea, quella āinformazione falsa creata deliberatamente e diffusa per influenzare lāopinione pubblicaā.
L’UE, tante volte tacciata di difendere i c.d. “poteri forti”, vuole in realtĆ Ā che tutti possiamo diventare piĆ¹ consapevoli :Ā ātutti gli utenti devono sapere da dove provengono le notizie e chi finanziaā.
La Commissione propone un Codice di condotta semplice e di immediata applicazione, fatto di sole 4 misure, e da applicare in maniera volontaria e per il momento non vincolante.
- Migliorare la trasparenza sullāorigine delle informazioni e le modalitĆ con cui sono prodotte, sponsorizzate, diffuse e mirate al fine di consentire ai cittadini di valutare i contenuti online e di comprendere i possibili tentativi di manipolare le opinioni.
- Promuovere la diversitĆ delle informazioni, in modo da garantire ai cittadini di prendere decisioni consapevoli basate sul pensiero critico, mediante il sostegno a āgiornalismo di alta qualitĆ , alfabetizzazione mediatica e il riequilibrio della relazione tra creatori di informazioni e distributoriā.
- CredibilitĆ delle informazioni fornendo unāindicazione della loro affidabilitĆ (FACT CHECKING), con lāaiuto di esperti di fiducia; al contempo si dovrĆ cercare di migliorare la tracciabilitĆ delle informazioni e lāautenticazione dei fornitori di informazioni influenti. La Commissione Europea intende a tal fineĀ sostenere una rete indipendente di verificatori di notizie
- Sensibilizzazione e crescente alfabetizzazione dei media, implementando il coinvolgimento delle parti interessate e la cooperazione di autoritĆ pubbliche, piattaforme online, inserzionisti, giornalisti e gruppi di informazione.
Dall’UE si conferma lāintenzione di non voler censurare nessuno. āLa libertĆ di stampa e lāassenza di censura sono vitali per la democrazia. Servono mezzi per giornalismo di qualitĆ ā.āNon vogliamo un ministero per la VeritĆ nĆ© realtĆ orwelliane del tipo di 1984. Non siamo qui a parlare di rimozione di contenuti dal web, ma di capirne la provenienzaā.
La manipolazione della pubblica opinione mediante le fake news “ĆØ una minaccia reale alla stabilitĆ e alla coesione delle nostre societĆ ”, ha affermato il commissario Ue alla sicurezza Julian King, secondo cui dietro a queste operazioni ci siano “attori stranieri”, e come in particolare “la dottrina militare della Russia riconosce esplicitamente la disinformazione nella sua strategia di guerra”. “Non si tratta”, ha continuato il Commissario Ue, “di rimuovere queste false notizie ma di permettere ai nostri cittadini di capire chi le finanzia e da dove provengono”.
L’esecutivo comunitario invita quindi gli Stati membri a “prendere in considerazione schemi di aiuti” pubblici “orizzontali per rispondere ai fallimenti di mercato che danneggiano la sostenibilitĆ del giornalismo di qualitĆ ”, oltre a “misure di sostegno per attivitĆ specifiche come formazione giornalistica, innovazione di prodotti e servizi” di informazione.
Le misure previste per i social network.Ā Tra le misure suggerite dalla Commissione i gestori dei Social network dovranno monitorare il fenomeno del click-baiting, ridurre le opzioni di targeting mirato per il marketing politico, assicurare la trasparenza dei contenuti politici sponsorizzati, aumentare gli sforzi per chiudere i profili falsi e dei troll e identificare i bot che diffondono disinformazione.