Lo sciopero della fame dell’anarchico Alfredo Cospito

Alfredo Cospito, ergastolano anarchico noto per le sue posizioni politiche estreme, ha recentemente intrapreso uno sciopero della fame come forma di protesta contro le condizioni di detenzione e le politiche del sistema carcerario italiano. Iniziato il 20 ottobre 2022, lo sciopero della fame di Cospito ha sollevato molte questioni importanti sui diritti dei detenuti e sulle politiche carcerarie del paese.

Cospito è stato arrestato nel 2012 in relazione all’attentato commesso nei confronti del direttore della Ansaldo nucleare, Roberto Adinolfi. Cospito è stato condannato a 10 anni di reclusione e successivamente a 14 anni di reclusione per un altro episodio di terrorismo.

La Corte di cassazione ha riqualificato il reato in base all’art. 285 del Codice Penale come atto terroristico “diretto ad attentare alla sicurezza dello Stato”, di conseguenza a Cospito è stata irrogata la condanna all’ergastolo ostativo. Il 5 maggio 2022, l’anarchico, in quanto «capo e organizzatore di un’associazione con finalità terroristiche», è stato ritenuto dal DAP un rischio per la sicurezza e posto in regime di reclusione 41-bis nel carcere di massima sicurezza di Bancali in Sardegna.

La sua detenzione ha sollevato molte polemiche, sia a livello nazionale che internazionale, con alcuni che sostengono che sia un anarchico che agisce per motivi ideologici e che la sua detenzione sia una violazione dei suoi diritti fondamentali, mentre altri sostengono che sia un criminale pericoloso che deve essere punito per i suoi atti violenti.

L’iniziativa di sciopero della fame di Cospito ha sollevato molte reazioni e commenti da parte della società italiana. Alcuni sostengono che Cospito abbia il diritto di protestare e di far sentire la sua voce, mentre altri ritengono che la sua azione sia irresponsabile e che metta a rischio la sua salute. Inoltre, la questione della detenzione di Cospito ha sollevato questioni più ampie sulla condizione dei detenuti in Italia, inclusi gli ergastolani ostativi, che sono tenuti in detenzione a vita senza possibilità di rilascio, e il regime di 41 bis, che impone restrizioni severe sui detenuti considerati pericolosi.

In questo contesto, lo sciopero della fame di Cospito rappresenta un importante episodio di protesta contro il sistema carcerario italiano e richiede un’attenta analisi delle questioni che solleva. La tutela dei diritti dei detenuti e la gestione equa e rispettosa della legge del sistema carcerario sono questioni cruciali per la democrazia e la giustizia italiana e devono essere affrontate con serietà e responsabilità.

Diversi gruppi anarchici hanno manifestato in suo sostegno mentre alcuni intellettuali italiani hanno chiesto al Ministero della giustizia la revoca della misura.

Gli avvocati di Cospito hanno fatto ricorso contro la misura detentiva del 41-bis; il 19 dicembre il Tribunale di sorveglianza di Roma ha rigettato la richiesta. La Cassazione deciderà sul ricorso il 7 marzo 2023. Il 30 gennaio 2023 il detenuto è stato trasferito nel carcere di Opera.

In conclusione, lo sciopero della fame di Alfredo Cospito rappresenta un’occasione importante per riflettere sulle questioni dei diritti dei detenuti e delle politiche carcerarie in Italia. Sarà fondamentale continuare a monitorare questa vicenda per garantire che i diritti fondamentali dei detenuti siano rispettati e che il sistema carcerario sia gestito in modo equo e rispettoso della legge.

 

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