Sentenza storica della Corte dell’Aia: risarcimenti per danni climatici tra Stati

Il 23 luglio 2025 la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ), con sede all’Aia, ha emesso un parere consultivo storico: i Paesi che violano i propri obblighi in materia ambientale e climatica possono essere ritenuti responsabili di “atti internazionalmente illeciti” e, quindi, convocati a risarcire i danni arrecati ad altri Stati, come le piccole isole colpite da innalzamento dei mari.

 1. Contesto e sostenibilità giuridica

  • La richiesta è partita dall’Assemblea Generale ONU, sollecitata da Vanuatu e sostenuta da oltre 130 Stati, inclusi molti in via di sviluppo .

  • L’ICJ ha affermato che esiste un diritto fondamentalmente riconosciuto a un ambiente sano, protetto anche dai Principi di diritto internazionale, dal diritto marittimo all’Articolo 2 del Trattato sul Clima .

  • La Corte ha precisato che la violazione degli obblighi climatici può essere considerata un atto illecito, con conseguenze, tra cui obbligo di riparare. Si tratta di una rivoluzione giuridica nella responsabilità ambientale

2. Quali obblighi emergono per gli Stati?

  • Gli Stati devono attuare misure adeguate per limitare le emissioni di gas serra, contrastare i sussidi ai combustibili fossili e conformarsi a piani nazionali in linea con l’Accordo di Parigi.

  • Le condotte omissioni – come il sostegno ai combustibili o l’inefficacia delle politiche climatiche – possono configurare un fatto illecito che comporta obblighi di cessazione, prevenzione e riparazion.

3. Cosa significa “risarcimento” tra Stati?

  • Anche se il parere ICJ non è vincolante, ha valore persuasivo elevato, essendo emesso all’unanimità dai 15 giudici .

  • In caso di danni a Stati vulnerabili, come le nazioni insulari, l’ICJ ha aperto alla possibilità di obbligo di compensazione finanziaria o ristoro ambientale, se viene dimostrato un nesso di causalità diretto tra danno e condotta dello Stato inadempiente.

4. Impatto sul diritto internazionale e conseguenze pratiche

  • Precedente globale: la sentenza rafforza la via di azione per centinaia di cause in corso a livello globale e potrà ispirare pronunce in tribunali nazionali.

  • Pressione politica e diplomatica: i governi del G7, illustrata la postura contraria soprattutto da Uk e Stati Uniti, saranno sotto osservazione.

  • Precedenti correlati: si aggiunge al piccolo ma crescente filone giurisprudenziale (ad es. Urgenda contro Paesi Bassi 2019) in materia di obbligo di previdenza climatica.

La recente opinione dell’ICJ rappresenta una svolta senza precedenti: apre la strada a responsabilità transnazionali per danni climatici e rende il “diritto all’ambiente sano” un principio operativo nel nostro ordinamento.
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