di Avv. Tommaso Rossi – Esperto in certificazione di parità di genere
Negli ultimi anni, il tema della parità di genere ha assunto un ruolo centrale nelle politiche pubbliche e aziendali, anche grazie al rafforzamento degli strumenti normativi volti a promuovere l’equità e l’inclusione nei contesti lavorativi. In questo ambito si inserisce la certificazione UNI/PdR 125:2022, che definisce un sistema di gestione per la parità di genere, delineando indicatori di performance (KPI) misurabili e standardizzati, in linea con gli obiettivi del PNRR e della strategia nazionale per la parità.
Obblighi normativi e scadenze
Introdotta con la legge «Gribaudo» (legge n. 162/2021), sotto la spinta del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), la certificazione UNI/PdR 125:2022 è oggi uno strumento fondamentale per le aziende pubbliche e private che intendono dimostrare il proprio impegno concreto in materia di pari opportunità ovvero per il raggiungimento di una piena ed effettiva equità di genere nel mondo del lavoro. In particolare:
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Le aziende con più di 50 dipendenti sono tenute a redigere il Rapporto biennale sulla situazione del personale maschile e femminile (ex art. 46 del D.lgs. 198/2006), requisito indispensabile per accedere alla certificazione.
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A seguito dell’entrata in vigore della legge n.162/2021, tale report è obbligatorio per le aziende, pubbliche e private, con più di 50 dipendenti;
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Per le aziende di dimensioni inferiori resta facoltativo: tale aziende possono redigere il rapporto su base volontaria.
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per il bienno 2022/23 le aziende erano tenute a redigere il Rapporto biennale (dopo varie proroghe) entro il 20 settembre 2024;
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Sanzioni in caso di inottemperanza: La presentazione del report in esame per le aziende sia pubbliche che private costituisce un OBBLIGO.
L’art. 46 del Codice delle pari opportunità prevede due ipotesi che possono comportare l’applicazione di sanzione da parte dell’Ispettorato del Lavoro.
1) L’I.T.L, qualora accerti che il report non sia stato trasmesso nei termini prescritti, diffida l’azienda ad adempiere entro 60 giorni e, qualora questa non provveda, applica una sanzione amministrativa da euro 103,00 a 516,00. Qualora l’inottemperanza si protragga per oltre 12 mesi, è disposta la sospensione per un anno dei benefici contributivi eventualmente goduti dall’azienda.
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Per le aziende che partecipano a bandi pubblici finanziati dal PNRR e dal PNC, il possesso della certificazione di parità di genere è elemento premiale, e in alcuni casi necessario.
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Gli enti pubblici e le società partecipate sono tenuti a garantire, nei propri bilanci e rendicontazioni, la misurazione delle azioni volte alla parità, pena esclusione da linee di finanziamento.
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La certificazione della parità di genere, invece, può essere fatta da qualsiasi azienda: è uno strumento volontario (non si tratta di un obbligo) che può essere adottato da qualsiasi tipo di azienda, non solo quelle con più di 50 dipendenti, al fine di ridurre il gender gap.Le aziende virtuose potranno accedere alla certificazione di parità di genere, un asset strategico per le organizzazioni pubbliche e private.
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Da chi può essere richiesta? La certificazione di parità di genere può essere richiesta da qualunque tipo di organizzazione, di qualsiasi dimensione e forma giuridica, operante nel settore pubblico o privato. Sono escluse le Partite IVA che non hanno dipendenti e/o addette/i;
Per ottenere la certificazione, è necessario innanzitutto implementare un efficace sistema di gestione per la parità di genere, conforme alle linee guida UNI/PDR 125:2022.
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La UNI/PdR 125:2022 si basa su sei aree di valutazione: cultura e strategia, governance, processi HR, opportunità di crescita e inclusione delle donne, equità remunerativa per genere, tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro. L’adeguamento alle metriche previste è volontario ma altamente incentivato, e richiede un percorso di autovalutazione, formazione, implementazione di politiche interne, raccolta dati e audit esterno.
✅ Chi è soggetto a obblighi o forti incentivi
📌 Imprese con più di 50 dipendenti
➡ Obbligo di report biennale sulla situazione del personale
📌 Imprese di ogni dimensione
➡ Forte incentivo ad adottare la certificazione UNI/PdR 125:2022
📌 Aziende partecipanti a gare pubbliche o con fondi PNRR
➡ Obbligo (in molti casi) o premialità per chi è certificato
📆 Scadenze chiave:
➡Esonero contributivo:
- Le imprese che hanno conseguito la certificazione della parità di genere entro il 31 dicembre 2024 possono richiedere l’esonero contributivo dell’1% dei contributi INPS dovuti, con un limite massimo di 50.000 euro. La domanda deve essere presentata entro il 30 aprile 2025.
- Le aziende possono richiedere contributi per sostenere il costo della certificazione della parità di genere.
- Gli interventi formativi rivolti all’ottenimento dei contributi per la Certificazione dovevano concludersi entro il 30 giugno 2025; La rendicontazione delle spese dovesse avvenire entro il 31 dicembre 2025;
- Con il decreto del 24 marzo 2025, tutti questi termini sono stati prorogati di un anno:
- Gli interventi dovranno ora concludersi entro il 30 giugno 2026;
- La rendicontazione dovrà essere effettuata entro il 31 dicembre 2026;
- La documentazione preliminare dovrà essere trasmessa entro il 31 dicembre 2025.
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📊 Le 6 aree valutate dalla UNI/PdR 125:2022
Area | Cosa si valuta |
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1. Cultura e strategia | Politiche aziendali in tema di parità |
2. Governance | Presenza di donne nei ruoli decisionali |
3. HR e processi | Reclutamento, formazione, carriera |
4. Opportunità di crescita | Accesso equo a ruoli apicali |
5. Equità salariale | Parità retributiva uomo-donna |
6. Genitorialità e conciliazione | Politiche per genitori e caregiving |
Incentivi economici per chi si certifica
Il legislatore ha previsto specifici incentivi economici per le aziende che ottengono la certificazione UNI/PdR 125:2022:
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Sgravi contributivi fino all’1% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, nel limite massimo di 50.000 euro annui per azienda, come previsto dalla Legge di Bilancio 2022 (art. 1, comma 138, L. 234/2021) e confermato dalle misure attuative INPS.
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Punteggi premiali nei bandi di gara pubblici, appalti e procedure di finanziamento, sia nazionali che europee.
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Accesso facilitato a fondi PNRR e PNC, in particolare nei settori dell’innovazione, della transizione ecologica e della formazione.
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Miglioramento della reputazione aziendale, valorizzazione del brand e rafforzamento dell’attrattività nei confronti di talenti e investitori.
💰 Incentivi per le aziende certificate
✅ Sgravi contributivi
– Fino all’1% dei contributi INPS
– Tetto massimo: 50.000 €/anno
🏆 Premialità in appalti pubblici
– Punteggi extra nei bandi
💶 Accesso facilitato a fondi PNRR e UE
– Requisito o vantaggio competitivo
🚀 Reputazione e HR branding
– Attrattività verso talenti e stakeholder
La nostra assistenza legale
Lo Studio Legale Rossi, Copparoni & Partners offre consulenza legale e strategica per l’intero percorso di adeguamento e certificazione UNI/PdR 125:2022, supportando aziende ed enti pubblici nella valutazione preliminare, nella predisposizione della documentazione e nelle relazioni con gli enti certificatori accreditati.
🧭 Percorso per ottenere la certificazione
1️⃣ Check-up iniziale legale e organizzativo
2️⃣ Definizione di obiettivi e KPI
3️⃣ Implementazione policy e strumenti
4️⃣ Audit interno e verifica da ente accreditato
5️⃣ Consulenza per accompagnare l’azienda ad ottenere la certificazione valida 3 anni (con audit annuali)
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